domenica 29 maggio 2011

Senso di colpa


Perchè sentirsi in colpa si manda giù qualcosa in più? Perchè si è ceduti ad un desiderio?  In fondo non c'è niente di male, eppure la sensazione è di colpevolezza....

mercoledì 25 maggio 2011

Autostima


Alla base di tutto c'è la mancanza di autostima, magari senza motivo.
L’autostima è la valutazione che ci diamo, il nostro modo di viverci.
Dagli psicologi è stata definita in tante maniere, anche complesse, quali "concetto di sé", "abilità personale", "autopercezione", ma tutti noi sappiamo che in base alla nostra autostima dipendono proprio tante cose.
Quante volte ci sarà capitato di sentirci dire "non hai fiducia in te", "non sei consapevole delle tue potenzialità", oppure "ma chi ti credi di essere"… tutti problemi di autostima!



L’autostima è la valutazione che ci diamo, il nostro modo di viverci.
Dagli psicologi è stata definita in tante maniere, anche complesse, quali "concetto di sé", "abilità personale", "autopercezione", ma tutti noi sappiamo che in base alla nostra autostima dipendono proprio tante cose.
Quante volte ci sarà capitato di sentirci dire "non hai fiducia in te", "non sei consapevole delle tue potenzialità", oppure "ma chi ti credi di essere"… tutti problemi di autostima!

L’autostima viene determinata da informazioni oggettive e soggettive, riferite a tre tipi di sé:
  • sé reale: è la valutazione oggettiva delle nostre competenze
  • sé percepito: è la nostra valutazione del sé reale. Difficilmente sé percepito e sé reale coincidono, si rischia sempre di fare "errori di valutazione"
  • sé ideale: è come desideriamo essere. Esso è influenzato dalla cultura e dalla società.
I problemi legati all’autostima nascono dalla discrepanza tra sé ideale e sé percepito.
Se tendiamo a svalutarci, ci sentiamo troppo lontani da come desideriamo essere, il nostro modello ideale ci appare troppo lontano e irraggiungibile, e noi ne soffriamo.
Al contrario, le persone che si sopravvalutano sono convinte di essere come desiderano, hanno raggiunto il loro ideale, ma questa è più che altro la loro opinione.

venerdì 20 maggio 2011

Paradosso

Sto leggendo il libro di Fabiola De Clercq "Fame d'amore". Vi è un punto in cui descrive l'anoressia (e la bulimia) come un paradosso. Un paradosso fin dal nome. Le anoressiche sono persone che hanno paura di non sapere controllare la proprio fame ed è per questo che poi rifiutano di toccare il cibo.  "Ed è paradossale, ma anche tragicamente insensato, che i fautori dei metodi di cura dell'anoressai concentrati solo sull'aspetto alimentare e finalizzati all'unico scopo di riguadagnare il peso perduto non si rendano conto che, nel migliore dei casi, otterranno com unico risultato un cambiamento di segno del sintomo. Trasformeranno delle persone anoressiche in persone bulimiche, senza intaccare minimamente la natura del loro disagio. "
Inoltre afferma che "l'unico modo per scardinare la logica del sintomo anoressico e bulimico è la scelta radicale di non parlare di cibo, peso, corpom di rinnegare perfino la definizione di 'disordini alimentari' attribuita all'anoressia e alla bulimia (....). Le vittime si identificano totalmente con il loro sintomo (....). Le persone non sono i loro sintomi, e devono essere aiutate a trovare le parole per espriemere l'inferno che divampa dentro di sè (.....). L'unica possibilità è guardare dentro di sè, farsi carico della propria storia, scendere a patti con il passato".

sabato 14 maggio 2011

La mia famiglia


La mia famiglia è speciale, non è come tutte le altre. Non voglio in questo modo sottovalutare le altre famiglie, ma per me loro sono speciali ed unici! Mi sono sempre vicino anche se non è facile, mi vogliono bene e mi accettano per come sono fatta! I vogliono bene, un bene vero senza ipocrisie. Mio marito è un essere speciale e si meriterebbe molto di più di quello che ha. Per fortuna che c'è mio figlio che gli da quello che non sono capace a dargli io! Anche i nostri animali domestici sono speciali!
Vorrei abbracciarli fortissimo fino a fargli male, fino a diventare una cosa sola!
RAGAZZI VI VOGLIO BENE!!!

venerdì 13 maggio 2011

Forse..


Forse certe volte basta guardarsi negli occhi per capire se ci si vuole ancora bene, per capire se si provano le stesse emozioni e se si vuole condividere lo stesso futuro.  Anche superare insieme le difficoltà rende più forti. Non si deve sempre cercare il lato negativo di ogni azione, ma, per quanto piccolo, cercare di trovare quello positivo, e da questo cominciare a costruire. Anche se la parte positiva è infinitesimale, c’è, esiste. Non si deve disprezzare, altrimenti l’effetto sarà distruttivo. Non siamo tutti uguali, non ci comportiamo tutti nella stessa maniera davanti agli eventi negativi della vita. Dobbiamo rispettare l’atteggiamento di ognuno e cercare di capirlo. Anche se alcune volte sembra che l’altro non stia facendo niente per risalire da un momento critico, spesso non è così, spesso non ci si rende conto del sacrificio e del bene che si prova.
Si dovrebbe tornare indietro e pensare a quando la situazione era invertita. A quanti momenti bui ci sono stati e dei silenzi devastanti che aggredivano più di mille parole. Quei momenti sono passati ed ora sembra che non ci siano mai stati, ma dentro rimane qualcosa …..
C'era una volta un ragazzo con un pessimo carattere. Suo padre gli dà un sacchetto pieno di chiodi e gli dice di piantarne uno nella palizzata del giardino ogni volta che perde la pazienza e/o che bisticcia con qualcuno. Il primo giorno ne pianta 37 nella palizzata del giardino. Le settimane seguenti, impara a controllarsi e i numeri dei chiodi piantati nella palizzata diminuisce di giorno in giorno: scopre che è più facile imparare a controllarsi che piantare i chiodi. Finalmente, arriva il giorno in cui il ragazzo non pianta nessun chiodo nella palizzata. Allora va dal padre e gli dice che oggi non ha avuto bisogno di piantare nessun chiodo. Suo padre allora gli dice di levare un chiodo dalla palizzata per ogni giorno che riesce a non perdere la pazienza. I giorni passano e finalmente il ragazzo può dire al padre che ha levato tutti i chiodi dalla palizzata. Il padre conduce il figlio davanti alla palizzata e gli dice: « Figliolo, ti sei comportato bene ma guarda quanti buchi hai lasciato nella palizzata» Non sarà mai come prima. Quando litighi con qualcuno e gli dici delle cose cattive, gli lasci delle ferite come queste. Puoi infilzare un uomo con un coltello, e poi toglierlo, ma lascerai sempre una ferita. Poco importa quante volte ti scuserai, la ferita rimarrà. Una ferita verbale fà altrettanto male di una fisica.
Gli amici sono dei gioelli rari, ti fanno sorridere e ti incoraggiano. Sono pronti ad ascoltarti quando hai bisogno, ti sostengono e ti aprono il loro cuore. Mostra ai tuoi amici quanto li ami.

martedì 10 maggio 2011

L'altalena della vita


Forse ogni uomo, come una palla lanciata in aria, e' destinato a seguire una certa traiettoria, chiunque sia;
ed egli segue una linea tracciata da tempo, mentre crede magari di forzare o beffare il suo destino.
Ad ogni modo il nostro destino e' dentro di noi, e non al di fuori: ecco perche' la superficie della vita,
gli eventi visibili, assumono una certa irrilevanza.
Quello che di solito ci sembra difficile o addirittura tragico diventa poi spesso una bagattella.
E quelle stesse persone che, davanti alla parvenza del tragico, cadono in ginocchio,
soffrono e soccombono per cose che non hanno mai degnato d'uno sguardo. ...
Cosi' ero io stesso meravigliato per il modo in cui andavo sempre piu' avanti,
in una continua altalena di angoscia ed allegria ...
                                              (Herman Hesse)

Già proprio come un'altalena la vita va avanti, tra alti e bassi! E quando siamo in alto, sempre più in alto una scossa di adrenalina ci pervade e poi cadiamo in basso con delusione, quasi come una sconfitta. Ma questa caduta ci da' la forza per darci un'altra spinta e risalire di nuovo sempre più in alto!

lunedì 9 maggio 2011

La mamma perfetta!

No, non fraintendetemi, non sono io!!! Anzi io sicuramente sono l'esatto contrario! E allora chi è la mamma perfetta?? Per scoprilo vi invito a leggere questo nuovo libro scritto dalla mia nuova amica Antonella. Ci siamo conosciute casualmente tramite Facebook ed è proprio vero che certe volte è più vera un'amicizia nata per caso che alcune persone che ti si dichiarano amiche e poi al primo ostacolo ti voltano la faccia! Io considero Antonella un'amica vera, anzi una persona vera.  Vi invito anche a visitare il suo blog http://lavocedellemamme.blogspot.com/, è un blog autentico, come è autentica la sua creatrice.

venerdì 6 maggio 2011

No Anorexia


Oggi vorrei chiarire una cosa. Questo non è un blog pro-anoressia, tutt'altro! Non condivido chi esalta l'anoressia. Questo blog nasce dalla mia voglia di affrontare questa malattia e dalla voglia di condividere le esperienze  di chi ancora ci convive e di chi è riuscito, se non a sconfiggerla, ma ad avere la meglio!
Se qualcuno ha creduto che io volessi elogiare questa malattia si sbaglia, è una malattia che mi fa paura, perchè puo' colpire in qualsiasi momento della vita,  a qualsiasi età ed è così infame che all'inizio non si fa riconoscere si insinua in noi senza sintomi fino a quando diventa difficile tornare indietro. Anche chi è vicino molto spesso non se ne accorge, anzi è quasi impossibile accorgersene, visto che anche noi spesso non sappiamo di esserne colpiti.

martedì 3 maggio 2011

Paura e fobia


Perchè questa paura del cibo? Da cosa nasce? Di sicuro non dalla voglia di avere un fisico da modella o da fattori estetici. Il cibo mi fa paura, forse si deve parlare di fobia. Fobia del cibo, molto probabilmente è questa la definizione più adatta di quello che provo. Il termine fobia indica un'irrazionale e persistente paura e repulsione di certe situazioni, oggetti, attività o persone. Il sintomo principale della fobia è l'irrefrenabile  desiderio di evitare l'oggetto che incute timore.
Devo a tutti i costi provare a vincere questa fobia, anche perchè il Prof non scherza e rischio seriamente un nuovo ricovero e questo non lo voglio, non voglio stare lontano dalla mia famiglia e soprattutto non voglio perdere la mia famiglia.
Da sempre ho avuto un rapporto anomalo con il cibo, dovuto alla mia famiglia. Mio padre è un obeso cronico, che ha sempre avuto una passione sfrenata quasi maniacale per il cibo, non si sazia mai. Mia madre ha sempre ritenuto il mio rapporto conflittuale con il cibo, come una fissazione per la diete. Non hanno mai capito il mio problema, neanche mio fratello lo ha mai capito. Ora chi ne paga le conseguenze sono mio marito e soprattutto mio figlio.

lunedì 2 maggio 2011

Domani

Sono stata chiamata a rapporto e domani ho la visita dal Prof. Che dire? Sono senza parole. So già che sarà faticoso affrontare di nuovo un nuovo colloquio. Con il Prof mi trovo bene ma con la doct no! All'inizio avevo fiducia in lei, ma poi questa fiducia è venuta a mancare per una serie di situazioni che si sono venute a creare. Ho capito che è una praticante, che di gavetta ne deve ancora fare e che è facile raggirarla come voglio e non è in grado di gestire situazioni più complesse. Io ora sto bene così perchè non riescono a capirlo? Non voglio ingrassare ulteriormente, perchè mi sento a disagio prima di tutto con me stessa. Quando incontro qualche donna cicciotella mi ci vedo e penso di essere così. Quasi sicuramente è la mia 'malattia' a procurarmi questa visione distorta, in ogni caso per adesso non voglio cambiare anche perchè mi sto accettando così . Per me è già un passo avanti, visto che fino a qualche mese fa non mi sarei mai accettata.
Già so che sarà una battaglia sul peso minimo da raggiungere ed io non ho più nessuna voglia di combattere, vorrei una tregua!!!